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mercoledì 22 gennaio 2014

La questione ambiente e rifiuti

Le ultime preoccupanti notizie apparse sui media locali ci portano a scrivere ancora di una questione da sempre al centro del nostro interesse e sulla quale abbiamo espresso più volte in passato le nostre posizioni. La discarica sita in contrada La Chianca e gestita sino a poco tempo fa dalla ditta Manduriambiente è stata infatti nuovamente indicata, in una recente decisione dell'Organismo d'Ambito che coordina i comuni dell'ex ATO 3, come recapito finale dei rifiuti di tutti i 17 comuni aderenti. La motivazione è chiara: i costi di conferimento richiesti dall'attuale sito di Massafra sono quasi il triplo di quelli che erano pagati in precedenza a Manduria. Pur comprendendo che chiunque preferirebbe pagare un bene o un servizio con uno sconto del 66% sul prezzo di mercato, ci siamo soffermati piuttosto a chiederci perché il conferimento a Manduria risulta così conveniente e quindi allettante.
Dobbiamo chiarire anzitutto che vi è oggi una enorme differenza tra gli impianti siti nei due Comuni. Se infatti a Massafra è presente un termovalorizzatore ed una corrispondente piattaforma di produzione cdr (combustibile da rifiuti) e quindi la massa conferita dalle singole città (ad una tariffa di € 125 a tonnellata) viene “impiegata” nel ciclo di produzione e quindi smaltita per produrre energia elettrica, a Manduria, dove pur era prevista tale piattaforma di differenziazione e produzione di cdr, ci ritroviamo a tutti gli effetti con una discarica tal quale. La massa di rifiuti conferiti (ad un costo di € 48 a tonnellata) viene cioè semplicemente ammassata e rimane lì a marcire e, con ogni probabilità, ad inquinare il terreno e le falde acquifere sottostanti e minaccia comunque di costituire una “bomba” ecologica che a qualcuno ricorderà la triste esperienza della discarica “Li Cicci”.
Volendo quindi fare un piccolo raffronto, mentre a Massafra la spazzatura viene conferita ad un costo triplo, viene smaltita (quindi non accumulata) e produce come risultato finale energia elettrica, a Manduria si vorrebbe continuare ad ammassare rifiuti in una discarica già colma (cui per la verità è gìà stato autorizzato il sopralzo, poi parliamo male dell'efficienza dei pubblici uffici), gestita da una società privata la cui concessione è scaduta, su impianti di proprietà comunale ed i cui benefici economici i nostri concittadini stanno saggiando proprio in questi giorni con le cartelle esattoriali relative alla TARSU che si vedono recapitare.
Fa benissimo quindi il Sindaco Massafra ad opporsi ed a minacciare ricorsi al TAR contro decisioni inique che, come ormai consuetudine, ci vengono calate dall'alto e noi di Manduria Migliore faremo tutto ciò che possiamo per sensibilizzare e tenere alta l'attenzione dei nostri concittadini su questo argomento.
Pur tuttavia una domanda ci assilla: possibile che dobbiamo rassegnarci a fare sempre buon viso a cattivo gioco? A continuare a subire soprusi di questa entità correndo ai ripari solo quando ormai è troppo tardi? Ebbene no! Una saggia amministrazione deve poter ben programmare, risolvere le esigenze e problematiche cittadine e saper valutare i migliori appalti e contratti per il bene nostro, ma anche delle future generazioni.

Perché non vogliamo che anche i nostri figli paghino ciò che noi stiamo già pagando, a causa di una pessima classe politica che ha sinora governato questo territorio, svuotandolo di ricchezza, prosperità e, soprattutto, di dignità.

martedì 21 gennaio 2014

Manduria, Censum e le cartelle pazze... la storia infinita

Torniamo, nostro malgrado e dopo alcuni mesi, a parlare del servizio riscossione tributi comunali, della ditta CENSUM e delle cartelle pazze, relative questa volta alla TARSU, che in questi giorni affollano nuovamente le cassette postali dei manduriani.
A quanto pare i “piccoli disservizi” denunciati dalla società e causati, a suo dire, dai dati errati trasmessi dal Comune di Manduria, non sono terminati, tutt'altro. Ci siamo visti recapitare infatti cartelle esattoriali relative alla TARSU 2008, tutte rigorosamente datate e spedite 31/12/2013, ultimo giorno utile prima della prescrizione del diritto a riscuotere l'imposta. Visto che la legge concede agli enti ben cinque anni per accertare e riscuotere i tributi non pagati è quantomai singolare ed ironico che ciò avvenga il 1.825esimo ed ultimo giorno, ma ciò rientra purtroppo nella normalità a cui la burocrazia fiscale italiana ci ha abituato.
Quello che riteniamo inammissibile è che continuino imperterrite ad essere notificate imposte errate nell'importo, nella base imponibile o addirittura nel merito. E, visto che abbiamo notizia di tantissimi contribuenti che hanno già pagato i bollettini che si sono visti recapitare, non v'è dubbio che l'operazione abbia economicamente i suoi vantaggi sia per l'Amministrazione Comunale che per la società di riscossione, ma il punto ovviamente non è questo. Una serie di “errori” a catena come questa pone un serissimo problema di iniquità che nessuno, a nostro avviso, può ignorare. Se infatti da una parte vi sono contribuenti avveduti che in proprio, dedicando una giornata altrimenti lavorativa, o dando incarico ad un professionista, che emetterà giusta parcella per il lavoro svolto, demoliscono facilmente le mal riposte pretese dell'Ente e dell'esattore, vi è d'altro canto tutta una platea numerosissima di cittadini che non vengono messi nella possibilità di difendersi. Non tutti infatti sono in grado di leggere ed interpretare una cartella esattoriale o sono nella condizione di pagare qualcuno per farlo. Ed il centro nevralgico della vicenda è proprio questo. Non è possibile né onorevole che in questo periodo di profonda e per alcuni disperata crisi economica chi dovrebbe rappresentare le istituzioni, ed avere quindi il sacrosanto obbligo di tutelare i propri concittadini, assista passivamente a questa ennesima ingiustizia compiuta nel suo nome a carico, come al solito, della fascia debole della cittadinanza.
Noi di Manduria Migliore siamo e saremo sempre per la libera iniziativa e crediamo profondamente nelle grandi capacità imprenditoriali private che esistono dentro e fuori i confini cittadini, ma ciò non significa avallare richieste di riscossione, alcune di dubbia legittimità, avanzate da una società che opera, tra l'altro, in regime di concessione pubblica e pertanto tenuta ad un comportamento di ancor maggiore diligenza di quella ordinaria.
Dovere nostro riteniamo sia quello di evidenziare e stigmatizzare ciò che riteniamo inammissibile ed i fatti sin qui descritti lo sono senz'altro.
Dovere di una giusta e capace Pubblica Amministrazione sarebbe fare in modo che questi fatti non si verificassero o, quantomeno, fornire supporto concreto e gratuito ai cittadini vessati dal problema.

Pertanto chiediamo che l'Amministrazione Comunale smetta di essere silente e provveda a verificare immediatamente questa ennesima questione che, ancora, tocca le menti e le tasche di tutti noi concittadini.