E
siamo di nuovo al punto di partenza.
Per
alcuni versi la molto terrena vicenda politica degli ultimi 15-20
anni a Manduria ricorda la mitologia nordica con il suo eterno ed
immutabile ciclo di morte e rinascita. Sembra infatti che ci sia un
copione già scritto dove cambiano di volta in volta solo ”alcuni”
degli interpreti principali (non tanti a dir la verità...).
Si
va alle elezioni e dalle urne esce una coalizione vincitrice ed un
candidato sindaco che paiono avere tutti i numeri per poter governare
tranquillamente.
Dopo
qualche tempo però la maggioranza inizia a perdere dei pezzi fino a
giungere ai risicatissimi 16 consiglieri che rappresentano il minimo
per “mandare avanti la baracca”! Da quel momento ognuno si sente
il “sedicesimo” e quindi indispensabile al prosieguo
dell'amministrazione. E scattano ricatti, richieste più o meno
lecite, concessioni e rifiuti.
Se
la maggioranza ha come dicevamo il suo bel da fare, l'opposizione non
sta certo con le mani in mano ed inizia, si può dire da subito, a
far campagna di adesioni per le famose e fatidiche 16 firme
necessarie a mandare “a casa” gli avversari.
Teniamo
a precisare che questa non è un'analisi dei fatti recenti accaduti a
Manduria, ma la scaletta a cui si attengono da tanti, troppi anni
tutte le amministrazioni e le rispettive opposizioni che si sono
succedute alla guida del paese.
Manduria
Migliore ha avuto l’onore e la fortuna di esprimere un consigliere
comunale nelle passate elezioni, nella persona dell'Avv. Dario
Duggento, che di certo ha rappresentato un “volto nuovo e pulito”
della politica locale.
Abbiamo
sostenuto l'elezione del Dott. Tommasino a sindaco, ma ciò non ci ha
comunque impedito, e chi ci segue lo sa bene, di avere sempre un
occhio vigile e critico, quando necessitava, sulle politiche messe in
atto dalla maggioranza, sferzando, quando lo ritenevamo giusto per la
nostra città, alcune scelte poste in essere dall’amministrazione.
Ed
infatti, il consigliere Dario Duggento ha sempre espresso il suo
dissenso circa un modo di “fare politica” che, certamente non ci
rappresenta. Pur tuttavia, ha sostenuto tale critica all'interno di
un costruttivo dialogo con gli alleati. Non ha mai chiesto alcun
premio per la sua lealtà, né mai offerto alcun prezzo per il suo
tradimento. Tutto ciò perché semplicemente crediamo che non sia
questo il modo giusto di agire. Anzi, ne siamo stufi, come tanti
concittadini.
Adesso
ci attendono mesi di “commissariamento” (anche questo un termine
che ricorre molto spesso nella nostra amata città) in cui verrà
svolta solo l'ordinaria amministrazione e saranno invece posti in
stand-by problemi urgenti e gravissimi, quali la vicenda del
depuratore consortile, dell'Ospedale, della rinascita economica. La
nostra città sembra predestinata ad interpretare ancora una volta il
ruolo di “vittima” delle altrui sconsiderate decisioni.
Il
migliore augurio che ci sentiamo di fare a tutti coloro che, come
noi, sono stanchi di questo stato di cose è che questo “eterno
ciclo” possa finalmente interrompersi, ma perché ciò succeda
veramente è indispensabile che ciascuno di noi riprenda in mano il
proprio futuro e scelga con oculatezza chi deve rappresentarlo alla
guida del paese.
Sarebbe
ora che, parafrasando un uomo che ha pagato con la vita le sue idee,
finalmente ci recassimo alle urne non pensando a ciò che possiamo
ottenere in cambio, ma a “ciò che possiamo fare noi per il nostro
paese”.
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