Prendendo spunto da argomenti che oggi tengono banco nella
nostra città in qualsiasi discussione e riallacciandoci in parte alla missiva
indirizzata al Commissario Dott. Lombardo nella quale esprimiamo ufficialmente
il nostro parere, noi di Manduria Migliore un sassolino dalla scarpa vorremmo
proprio togliercelo.
Tutte le persone di buon senso hanno bene chiaro in mente che
le provincie sono - allo stato attuale – enti quasi totalmente inutili e che quindi
la vera strada verso la semplificazione burocratica e la riduzione dei costi
passerebbe per la sacrosanta soppressione di queste. “A voler ben pensare”,
nelle argomentazioni esposte in maniera ufficiale da molte forze politiche
locali si avverte però un filo d’amnesia selettiva.
Non è infatti trascorso poco tempo da quando si inneggiava
alla REGIONE SALENTO? Non sarebbe dovuta nascere tale nuova regione dalla
separazione delle provincie di Taranto, Brindisi e Lecce dal resto della
Puglia? Non si affermava, secondo noi con più di qualche ragione, che per
cultura, tradizioni, modi d’agire e pensare ci fossero molte più affinità tra
le popolazioni di queste provincie rispetto a quelle di Bari e Foggia? Forse
no. Forse abbiamo immaginato tutto e ce ne scusiamo.
Ad ogni modo è un po’ triste a nostro sommesso avviso che la
discussione sulla eventuale provincia alla quale annettersi oggi venga in fin
dei conti ridotta al calcolo da parte di ciascun partito del peso elettorale
che potrebbe perdere o guadagnare andando di qui o di lì. Questo potrebbe
essere un momento veramente storico se si riuscisse, solo per un attimo, a
guardare un po’ più in là del proprio orticello e considerare, realmente, gli interessi della nostra
comunità. La storia ci insegna che la forza deriva solo dall’unione ed una
eventuale unione delle provincie salentine creerebbe a nostro parere una forza
nient’affatto trascurabile. Perché i nostri interessi sono, in fondo, simili
come lo sono anche le nostre popolazioni.
Una maxi provincia salentina, una volta
rimarginata la brutta e profonda ferita di una industria pesante che non ci
appartiene e dalla quale, a fronte di danni immensi, percepiamo solo una misera
elemosina, potrebbe veramente sterzare nella giusta direzione della
valorizzazione delle risorse naturali, del turismo responsabile e selezionato,
della valorizzazione dell’agricoltura dell’artigianato e delle piccole e medie
imprese.
Ci è stato insegnato d’altronde che i sogni non fanno male a
nessuno e perciò questa piccola libertà ce la siamo voluta prendere.
Rimanendo invece con i piedi per terra e qualora l’unica
scelta possibile per Manduria fosse quella di rimanere nella provincia di
Taranto o essere annessa a quella di Lecce, riteniamo che la scelta dovrebbe
essere lasciata ai nostri concittadini che, almeno per quanto ci è dato
conoscere, sentono da sempre più vicina alla propria mentalità la filosofia di
vita leccese piuttosto che quella tarantina.
Lecce dunque, per la sua storia e la sua mentalità, ma anche
per il futuro che potrebbe garantirci in nome di una migliore organizzazione e
coordinazione di cui ha dato prova in questi ultimi anni. Lecce anche per la
maggiore predisposizione a valorizzare quelle caratteristiche del nostro
territorio di cui scrivevamo come l’arte, la cultura, l’ambiente ed il turismo.
Ma il sogno del Salento che si infrange è , lasciatecelo
dire, un’occasione sprecata.
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