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mercoledì 23 novembre 2011

A chi giova, alla fine dei conti, la crisi?

Partendo dalle recenti vicende che hanno interessato l’ospedale Giannuzzi, Manduria Migliore ha avanzato una forte critica ai nostri politici (e non ,si badi bene, alla politica, nel cui valore intrinseco crediamo profondamente), troppo distanti dalle reali necessità dei cittadini, ma particolarmente attenti ad altre dinamiche; qualcuno probabilmente ci avrà accusato di essere qualunquisti, ma come non esserlo dinnanzi alla disarmante trasversalità degli aspetti peggiori della malapolitica, di quel perverso opportunismo che è in grado di trasformare persino l’attuale momento di crisi economica, in una ghiotta occasione?


Naturalmente è opportuno che si facciano dei distinguo; che la classe politica, ad ogni livello (locale, provinciale, regionale e nazionale), si faccia carico delle proprie responsabilità, rivendichi con forza la propria buona fede nei nefasti eventi occorsi al nostro Ospedale. E noi siamo pronti ad ascoltare e a valutare. Pur tuttavia, consentiteci di dire che forse era (ed è) necessaria un’azione molto forte e determinata al fine di evidenziare al Governatore Vendola – che tanto male sta operando nei confronti del nostro territorio – che noi non siamo e non saremo mai “terreno di conquista”, da violentare, da depredare ed usurpare! Bisogna necessariamente “farsi sentire” ed occorre una classe politica che affianchi fattivamente, con impegno concreto, questa battaglia per combattere gli “interessi” che portano alle dismissioni del nostro nosocomio. Ed ecco il punto.

Dovremmo, a tal proposito, provare soltanto a pensare a chi giova il particolare momento storico, che qualcuno ama definire di “lacrime e sangue”. Ed infatti come si sarebbe potuto altrimenti giustificare il processo di dismissione della sanità pugliese? Quale altro argomento sarebbe stato più efficace per tarpare le ali della protesta, relegando l’opinione pubblica ad una prona rassegnazione?

Siamo ovviamente consci che l'attuale congiuntura economica rende impossibile confermare i bilanci ormai fuori controllo dei vari settori di pubblica utilità ed è anzi indispensabile, oltre che eticamente imprescindibile, operare i necessari tagli agli sprechi di denaro pubblico. Ma ci poniamo il (legittimo) dubbio se ciò non costituisca solo un pretesto nella vicenda della chiusura dei reparti del nostro Ospedale.

Senza la dirompente crisi economica, sarebbe stato certamente molto più complesso spiegare ai cittadini pugliesi l’impellente necessità di dismettere le strutture ospedaliere al fine di reperire i 220 milioni di euro necessari a finanziare un complesso privato, facente capo ad una fondazione dagli aspetti legali e finanziari alquanto incerti come il San Raffaele del Mediterraneo.

Perché pensare di “sperperare” soldi pubblici per la costruzione di un nuovo Ospedale, anziché rendere più efficienti i presidi esistenti? Una rete più capillare e di alta qualità può certamente soddisfare meglio le esigenze sanitarie della popolazione.

In fondo, se davvero si fosse trattato di crisi economica e di necessità di operare i tagli per fronteggiarla, probabilmente non sarebbero stati ritoccati al rialzo gli stipendi dei direttori regionali delle ASL (più di centomila euro annui ognuno) o magari si sarebbe provveduto a contenere le spese per il pagamento di 11 milioni e 780 mila euro di assegni e vitalizi di reversibilità ai consiglieri pugliesi. O quelle relativi agli "stipendi" dei medesimi consiglieri per ben altri 40 milioni di euro. E se vogliamo spingerci in ambito nazionale, ma rimanendo in tema di salute, che dire dell'assistenza sanitaria integrativa che spetta ai deputati in carica, a coloro che lo sono stati in passato ed ai loro parenti? Essa copre infatti il rimborso di tutte le spese sanitarie (anche e soprattutto quindi quelle sostenute in strutture private) da quelle odontoiatriche a quelle per la psicoterapia o per la shiatsuterapia o, ancora, da quelle per la balneoterapia a quelle per gli interventi di chirurgia plastica, per un totale di oltre 10 milioni di euro spesi nel solo 2010!

“Lacrime e sangue”, si diceva, ma per chi? Probabilmente per tutti noi cittadini per i quali l’ospedale, troppo spesso trascurato, rappresenta l'unico strumento per vedere soddisfatto il proprio diritto costituzionalmente garantito alla salute.

Perciò sfatiamo questa leggenda! Ciò che sta accadendo all'Ospedale “Marianna Giannuzzi” di Manduria non è conseguenza della crisi economica, è invece frutto di un perverso meccanismo fatto di opportunismo, sprechi ed interessi economici che paghiamo sulla nostra pelle.

E’ necessario gridarlo ed è necessario combattere contro il malgoverno di tutti quei “politicanti” che inficiano il senso più civico del termine “politica”.

Manduria Migliore sostiene con determinazione ogni azione a difesa del nostro nosocomio e, più in generale, del nostro territorio poiché crediamo profondamente nella necessità del mantenimento, ed anzi, del potenziamento dell'Ospedale “Giannuzzi”. Ma affinché ciò sia credibile è necessario lo sforzo di tutti, ciascuno per le proprie competenze, affinché lo stesso possa diventare punto di eccellenza nella sanità regionale.

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