Nonostante
l'attuale susseguirsi di notizie poco piacevoli che riguardano la
nostra città, Manduria Migliore invita l'opinione pubblica a non
abbassare la soglia di attenzione sulla situazione in cui versa il
Parco Archeologico.
Dopo
che la stagione estiva aveva infatti visto quattro associazioni
locali (che tutti ringraziamo per l'impegno) adoperarsi per la
gestione ed il regolare svolgersi delle visite guidate, ora si è
tristemente tornati allo stato precedente con il Parco abbandonato a
se stesso e ad un custode che ha l'onere di aprire e chiudere il
cancello ad orari prestabiliti.
Eravamo
in passato e siamo tuttora convinti che il Parco Archeologico, per
l'intrinseca complessità ed onerosità economica della gestione,
abbia bisogno di essere affidato a soggetti che possano gestirlo in
maniera professionale ed efficace. Non intendiamo con questo
affermare che il volontariato debba essere escluso, anzi lo
consideriamo una risorsa indispensabile che deve essere
ulteriormente valorizzata. Ma proprio in questo senso non riteniamo
giusto scaricare sulle associazioni volenterose l'emergenza che ogni
anno si crea in corrispondenza della stagione turistica per poi ogni
settembre ritornare in stallo.
Per
parte nostra dopo che, in un dibattito organizzato presso la ns.
Sede, il sig. Sindaco ci aveva invitato a dare un nostro contributo
di idee alla soluzione del problema abbiamo intrapreso alcune
iniziative. Innanzitutto, con la collaborazione dell'assessore
Stefanì, abbiamo potuto valutare la bozza di un disciplinare di gara
per l'assegnazione a privati della gestione del Parco Archeologico
che l'ufficio competente aveva preparato. Abbiamo quindi espresso
formalmente, con un documento all’uopo depositato, le nostre
considerazioni in merito e le possibili modifiche che suggerivamo di
apportare allo stesso onde renderlo più appetibile e scongiurare
quindi la possibile eventualità di una gara deserta.
Da
allora nulla è accaduto. Il bando sembra essere rimasto “lettera
morta”; la gara che doveva svolgersi non si è svolta e, dopo quasi
sei mesi, abbiamo la nettissima sensazione che anche quest'anno nulla
cambierà.
Certo,
comprendiamo le difficoltà della “macchina amministrativa” nella
preparazione di un bando piuttosto complesso poiché inerente un bene
storico inestimabile, nonché le difficoltà tecnico-legali date da
alcune pendenze con vecchie gestioni del Parco stesso, ma ciò che si
contesta è l’inerzia o, quanto meno, la mancanza di informazioni
alla cittadinanza circa il prosieguo del progetto di affidamento di
un patrimonio da valorizzare e non da lasciare abbandonato a se
stesso.
Il
nostro “povero Parco” ha resistito a tanti millenni e le sue mura
a tante battaglie, ma riuscirà a “resistere” all’abbandono?
Ecco una delle domande a cui vorremmo avere risposta.
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